Malware: circola in rete minaccia Zeus, virus si aggiorna e attacca tablet



Occhio alla saetta di 'Zeus' su tablet, personal computer e smartphone. Il virus informatico che viene utilizzato per finalita' criminali e furti di identita' digitale, si e' modificato nel tempo, aggiornando la propria capacita' offensiva. Nel 2012 si registrano finora piu' di 66.000 casi, numeri che collocano l'Italia tra i paesi informatizzati piu' esposti all'attacco di Zeus, dopo India e Stati Uniti.

L'infezione arriva in diversi modi, il piu' classico e' l'allegato 'appetibile' in email. Viene inviato in maniera randomica ma anche mirata, perche' chi manda il messaggio di posta elettronica gli da' una forma che e' di interesse per l'utente, ad esempio una fattura per un'azienda. Gli allegati nascondono in realta' un file eseguibile, che si annida ad esempio all'interno di un pdf.

In altri casi, nell'email invece dell'allegato c'e' l'indicazione di cliccare su un link a uno spazio web di interesse per l'utente. L'infezione avviene per il solo fatto che si e' andati a navigare in quello spazio. ''Zeus e' un crimeware. Una volta inoculato all'interno di un pc, consente di prendere il possesso della macchina'', spiega all'Adnkronos Sergio Mariotti, direttore III Divisione del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni.

''A quel punto - aggiunge - chi gestisce il malware (software) da remoto, e' in grado di compiere una serie di operazioni a danno del titolare del pc: si va dal furto delle credenziali di autenticazione ai servizi on line (user e password, codici sicurezza ecc.), all'utilizzo del sistema informatico su cui e' installato il malware per finalita' illecite, come attacchi informatici ai danni di altri sistemi terzi''.

Il direttore del servizio di Polizia postale e delle comunicazioni Antonio Apruzzese sottolinea poi come "il contagio può passare dai computer ai telefonini". In particolare, "il virus Zeus è uno dei piu' pericolosi, denominato anche Botnet. Mentre si guarda il sito della propria banca, appaiono scritte conformi a quelle dell'istituto bancario con le quali si chiede il numero di cellulare e il tipo di telefonino, il modello e la Nazione a cui si appartiene".

Quindi, prosegue, "dopo aver fornito il dato richiesto, sul nostro telefonino apparirà subito un sms di accoglienza. Una volta aperto il link, noi prendiamo il virus Zeus sul nostro telefonino e il sistema di computer presente è oramai pregiudicato e l'infezione si sposta appunto dai computer fissi ai telefonini, mettendo fine alla nostra privacy: come aver consegnato la chiave di casa al nemico. Il pericolo - avverte Apruzzese - è veramente serio".


Via: Adnkronos

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