Su Facebook e Twitter i giovani musulmani dicono no alle reazioni violente


''Le manifestazioni violente contro il film 'L'innocenza dei musulmani' non rappresentano tutte le nazioni islamiche. L'islam non è solo sinonimo di terrorismo''. Come riporta il sito di AsiaNews, in centinaia di messaggi pubblicati su Facebook e Twitter da giovani utenti in Egitto, Libano, Libia, Arabia Saudita e Siria, si fa sentire la voce dei musulmani moderati che sottolineano l'insensatezza della violenza utilizzata per difendere il Corano.

Il più seguito è il profilo MyProfetMohammad, creato lo scorso 13 settembre da Sohaib al-Zouriq, studente saudita. L'iniziativa invita tutti i musulmani a una critica bipartisan al film e alle manifestazioni violente che contribuiscono al degrado dell'islam agli occhi dell'occidente e di tutto il mondo. I giovani musulmani libici hanno scelto invece Facebook per contrapporre la loro voce agli slogan violenti cantati nelle piazze di tutto il mondo islamico.

Scioccati dalla barbara uccisione di Christopher Stevens, ambasciatore Usa a Tripoli, essi hanno aperto la pagine Sorry Projet, dedicata alla figura del diplomatico. Il gruppo ha attirato più di 4mila utenti da tutto il Paese in meno di una settimana. I giovani siriani - conclude il servizio di AsiaNews - sono invece indignati per la reazione del mondo musulmano che si eè mobilitato per un semplice film e non ha fatto nessuna manifestazione per le migliaia di persone, donne e bambini massacrati durante la guerra in Siria.

Mohammad Abu, scrive su Twitter che ''concentrarsi sul film anti-islamico danneggia l'immagine dei musulmani e distoglie l'attenzione dalla Siria. Gli arabi e i musulmani devono capir e che le loro proteste anti-Usa minano la nostra rivoluzione contro Bashar al-Assad''. Recentemente Google ha respinto la richiesta dell'amministrazione americana di rimuovere da YouTube la clip del film su Maometto 'Innocence of Muslims', che ha provocato proteste in oltre 20 Paesi perché ritenuto blasfemo.


Via: ASCA

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