L'uso eccessivo dei cellulari e Wi-Fi favorisce l'insorgenza di tumori


Dopo lo studio condotto dai ricercatori del National Institutes of Health di Bethesda, che dimostra che una telefonata lunga 50 minuti cambia il livello di attivazione di certe aree neurali in corrispondenza dell'antenna del telefono, ariva quello dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui l'uso dei telefoni cellulari e di altri apparati di comunicazioni wireless "potrebbe causare il cancro negli essere umani".

Il rischio accertato, a parere dell'Agenzia  internazionale per la ricerca contro i tumori, riguarda in generale i campi elettromagnetici di radiofrequenza e include i telefoni portatili. Il team, composto da 31 esperti dell'International agency for research on cancer (Iarc), si è incontrato nei giorni scorsi a Lione e, ha spiegato Jonathan Samet, presidente del gruppo di lavoro, "ha raggiunto questa conclusione basandosi sull'analisi degli studi epidemiologici effettuati sugli esseri umani", ma anche su test sugli animali.

"In entrambi i casi - ha spiegato Samet - le evidenze sono state giudicate 'limitate' per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico, mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti". Gli esperti hanno sottolineato che serviranno ulteriori ricerche prima di avere conclusioni definitive. Nel frattempo è importante prendere misure pragmatiche per ridurre l'esposizione, come l'uso di auricolari o il preferire i messaggi di testo alle telefonate ove possibile".

Si contano 5 miliardi di telefonini in tutto il mondo, solo in Italia quasi due a testa, circa 100 milioni di cellulari. Dal canto suo, il Codacons ha "avviato un studio sulla fattibilità di un class action in favore di tutti coloro che utilizzano telefonini cellulari in relazione ai danni alla salute da questi prodotti". Il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi, afferma:

"Dopo la notizia diffusa oggi chiediamo al Ministero della Salute di obbligare i produttori di apparecchi telefonici ad apporre sui cellulari avvertenze circa possibili pericoli per la salute al pari di quanto già avviene per i pacchetti di sigarette". I produttori, che assicurano il finanziamento di studi indipendenti per conoscere l'effettivo rischio, sottolineano che la classificazione fissa il rischio ad un terzo livello su una scala di 5 livelli, un livello che "contiene altre sostanze di uso comune come ad esempio il caffè e i sottoaceti".

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